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Rubaldo Merello
Isolato Valtellina (SO) 1872 - Santa Margherita Lig. (GE) 1922
Giunto ancora bambino a Genova nel 1881, seguì inizialmente gli studi classici, per poi iscriversi, tra il 1888 e il 1892, all’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova.
Risultano comunque importanti i suoi rapporti con gli scultori De Albertis, Baroni e Albino. Terminati gli studi all’Accademia lavorò tenacemente nel suo studio di Genova Nervi dedicandosi, in particolar modo, al disegno ed alla scultura. Proprio la vicinanza con gli scultori prima citati influì in maniera decisiva sull’arte stessa di Rubaldo Merello, sia nello stile che nella ricerca tematica. La sua produzione vedrà la prevalenza dei temi simbolisti nel disegno, un parallelismo ripetuto tra pittura intesa come ricerca del colore ed il disegno e la scultura legati all’esperienza liberty. Citiamo, per esemplificare, la scultura più importante che l’artista eseguì tra il 1914 e il 1919: la statua del “Dolore” collocata nel cimitero di Camogli e poi rimossa.
Nel 1894 partecipò all’Esposizione Triennale di Brera, a Milano, esponendo un gesso (“Finis”). Iniziò poco dopo a praticare la pittura: non si conoscono, infatti, opere precedenti al 1898, eccezion fatta per un dipinto legato ancora ai toni della “Scuola Grigia”. Merello ben presto si dedicò all’esecuzione di opere a tecnica divisionista influenzato, inizialmente, da Plinio Nomellini, presente a Genova alle Esposizioni della Promotrice, e poi dalle opere di Segantini e Pellizza da Volpedo, grandi maestri del Divisionismo italiano, probabilmente ammirati in occasione del suo viaggio a Milano nel 1894.
Merello si trasferì a Ruta di Camogli verso il 1904 e a San Fruttuoso nel 1906, iniziando nel contempo a partecipare alle Promotrici genovesi, dove ritornerà nel 1907, 1910, 1911, 1913, 1914. Nel 1906 avvenne l’incontro col critico De Gaufridy che presentò il Merello ad Alberto Grubicy, famoso mercante milanese che apprezzava e promuoveva l’opera dei pittori divisionisti. In conseguenza di ciò Rubaldo Merello ebbe modo di esporre sei dipinti alla mostra dei pittori divisionisti italiani, tenutasi a Parigi nel 1907.
Particolarmente esemplificativa dell’influenza esercitata da Pellizza da Volpedo sul Merello è l’opera “Il fienile” dove la densa pennellata, la luce naturale e le ombre nette creano un effetto di sospensione dell’immagine e d’immobilità.
Diverse considerazioni vanno fatte per l’opera “Albero e muro”, più affine ad esperienze precedenti, che racchiude in sé le varie componenti culturali dell’arte di Rubaldo Merello: dal Divisionismo puntinato del Pel lizza, alla pennellata incrociata della superficie del prato che riporta alla tecnica divisionista del De Gaufridy e del Previati (a tratto lungo e sottile, filamentoso). Il Merello visse otto anni completamente isolato a San Fruttuoso, dedicandosi alla pittura. Solo pochi estimatori andavano a trovarlo: Paolo De Gaufridy, gli scultori Albino e Baroni, il pittore Eugenio Olivari.
Nel 1913 gli morì un figlio e ciò rese ancora più triste e problematica un’esistenza già segnata da gravi problemi economici.
Nel 1914 si trasferì a Portofino per ridurre, in parte, il suo isolamento.
Nel 1915 illustrò l’opera “Le nozze dei centauri”, poema di Sem Benelli. In questo periodo nei suoi dipinti predomina un cromatismo basato in prevalenza sui rossi e i violetti.
Nel 1918 si trasferì a Santa Margherita Ligure. In questi ultimi anni appare nei suoi dipinti una dominante di colore blu, dal quale traspaiono bianchi luminosi, gialli, verdi, rossi e violetti. Rubaldo Merello morì il 31 gennaio 1922 e fu sepolto nel cimitero di Portofino.
Sue opere presso la Galleria d’Arte Moderna di Genova Nervi e di Novara, la Quadreria della Cassa di Risparmio a Genova, la Galleria d’Arte Moderna di Roma, il Gabinetto dei disegni e delle stampe di Palazzo Rosso a Genova.
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